Masi: MGTES nel Middle East può diventare lo “standard dell’accumulo termico”

04 Ottobre 2021

Masi: MGTES nel Middle East può diventare lo “standard dell’accumulo termico”

La tecnologia, proprio perché fondata sull’utilizzo di un letto fluido a sabbia, è totalmente eco-compatibile con l’ambiente dell’intera zona.

L’apertura di Magaldi Green Energy Middle East consente all’azienda di presidiare i mercati degli Emirati Arabi Uniti (EAU), dell’Arabia Saudita, dell’Oman, Qatar, Kuwait e degli altri paesi della Golf Cooperation Council (GCC), dove prevediamo che presto “si svilupperà una grande rivoluzione Green”. In questa lunga intervista il General Manager di Magaldi Green Energy Middle East, Massimiliano Masi, spiega i motivi per cui la società, sempre più orientata all’internazionalizzazione, guarda con particolare interesse a questa vasta area: “riteniamo che l’accumulo energetico, al momento già ad uno stadio avanzato prototipale, possa svilupparsi e diventare parte integrante dei grandi progetti di energia rinnovabile del Middle East”.  In questo quadro – continua Masi – “noi di Magaldi saremmo molto felici di poter dare il nostro contributo tecnologico e di innovazione per il PIL di questi paesi”.

In particolare negli UAE ed in GCC esistono pochi prototipi di accumulo termico e “la nostra tecnologia MGTES, in quanto studiata e perfezionata negli ultimi 10 anni e fondata sull’utilizzo della sabbia, si integra alla perfezione in maniera sostenibile con l’ambiente circostante”. Proprio per questo può diventare “lo standard dell’accumulo termico ad alta efficienza e durata” dell’intera zona del Middle East. 

Masi annuncia poi che la società presenterà questa tecnologia durante il Wetex di Dubai e che realizzerà nei mesi successive un roadshow presso le principali aziende energetiche e dell’oil&gas per raccogliere il feedback dei potenziali clienti, che “in molti casi vorremmo considerare partner di un cambiamento energetico di dimensioni epocali e su scala mondiale”.
 

1. Con Magaldi Green Energy prende vita anche Magaldi Green Energy Middle East con sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (UAE), di cui lei è General Manager. Quali sono gli obiettivi specifici in questo Paese? Perché proprio gli Emirati Arabi? 

L’apertura di una società del Gruppo Magaldi a Dubai è una mossa strategica che consente all’azienda di presidiare i mercati degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita, dell’Oman, Qatar, Kuwait e degli altri paesi della Gulf Cooperation Council (GCC), in modo diretto e molto specifico rispetto alle esigenze di questi mercati.

In particolare negli UAE riteniamo che a partire dall’EXPO si svilupperà una grande rivoluzione Green, legata alla trasformazione energetica di Paesi tradizionalmente legati all’uso di petrolio e gas, verso l’applicazione su scala massiccia di impianti ad energia solare (fotovoltaico e Concentrated Solar Power). Con l’incremento delle penetrazione delle rinnovabili nell’energy mix, si determineranno crescenti fenomeni di intermittenza sia nella generale distribuzione di energia elettrica, che nella disponibilità di energia presso le grandi utenze industriali.

Il nostro prodotto MGTES contribuisce ad integrare la produzione effettiva delle rinnovabili con uno storage di lungo termine, ben superiore rispetto ai tempi delle classiche batterie a ioni di litio e con un’alta capacità di funzionare ad alte temperature. Riteniamo quindi che i grandi progetti di energia rinnovabile in UAE e nel Middle East richiedano un’attenzione completa da parte dell’azienda per servire la transizione energetica in atto.
 

2. Come e quanto è sviluppato il mercato delle energie rinnovabili e degli accumuli negli Emirati Arabi Uniti (UAE)? La rete elettrica è adeguata? Quali prospettive ci sono?

Allo stato attuale solo una capacità marginale di MW elettrici sono prodotti da fonti rinnovabili, in quanto i progetti studiati in UAE ma anche in Arabia Saudita (KSA) sono stati di grandissima dimensione (Utilities scale dai 100 MW in su), e quindi in funzione della complessità progettuale i tempi si sono dilatati. Al contempo, i grandi developers locali come ACWA Power, Masdar, DEWA, hanno potuto sviluppare le competenze tecniche, di supply chain, di energy management necessarie per poter gestire una pipeline crescente di progetti di grande taglia.

E’ quindi legittimo attendersi una forte accelerazione dei MW installati da qui al 2030, passando quindi dai pochi GW attuali ad un totale ben superiore a 50/60 GW nei due mercati principali degli UAE e del KSA. Riteniamo che l’accumulo energetico termico possa svilupparsi e diventare parte integrante dei grandi progetti del Middle East.
 

3. Vede differenze politiche tra gli Emirati Arabi e l’Italia e in generale con gli altri Paesi del mondo?

Gli Emirati Arabi sono un paese straordinario dove vivere e lavorare. Le infrastrutture tecnologiche, industriali, finanziarie e dei servizi sono di livello elevato, ma soprattutto si vive ogni giorno nella ricerca continua di innovazione ed eccellenza, senza mai scordare il giusto bilanciamento fra lavoro e vita privata, in un contesto internazionale e naturalmente in grado di far incontrare le economie occidentali con quelle orientali.

Fra Italia e Emirati Arabi c’è un rapporto di grande sintonia ed attrazione, in funzione del fatto che gli italiani hanno grande capacità di innovazione ma sono sempre stati in grado di offrire prodotti di altissima qualità, che viene qui riconosciuta e valorizzata.

Al contempo gli italiani possono contribuire a trasferire le loro competenze, la capacità di essere flessibili e di risolvere problemi tecnicamente complessi alle aziende locali ed in questo modo crescere insieme. Senz’altro gli Emirati Arabi e più in generale i Paesi del golfo rappresentano specie in questo momento storico uno dei luoghi più ideali del mondo dove fare business e vivere integrando culture diverse.
 

4. Facendo un confronto tra i vari Paesi nel mondo, quali sono le misure vincenti a livello politico e istituzionale per aiutare lo sviluppo del settore delle rinnovabili e in particolare quello dell’accumulo termico? C’è una unica ricetta oppure dipende dalle specificità del Paese?

In una recente ricerca che è stata realizzata quando facevo parte del Boston Consulting Group è emerso chiaramente che uno dei punti chiave per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili (a livello internazionale) è di tipo tecnologico: occorre definire soluzioni di energy storage vincenti. Altro elemento chiave è in generale quello dei costi che devono scendere e tendenzialmente andranno a battere il costo di produzione dell’energia da gas.

Per l’accumulo termico i fattori chiave saranno l’LCOS (ossia il ricavo medio per unità di elettricità generata necessario a recuperare i costi di costruzione e gestione di un impianto di accumulo energetico) e la round trip efficiency, (cioè il grado di efficienza che si ha fra energia in ingresso ed energia in uscita). Avere il sostegno nei primi anni di transizione energetica di incentivi dedicati e di quelli a supporto dell’efficienza energetica è un fattore fondamentale per continuare a sostituire impianti a fonti fossili con soluzione 100% rinnovabile. In particolare sarebbe importante per i paesi del Medio Oriente ricorrere a forme di incentivo per localizzare gli impianti di produzione e consentire alle imprese internazionali di stabilire non solo attività commerciali, ma anche manifatturiere in logica win win.

Sono certo che nelle politiche energetiche di UAE e KSA saranno presto presi in considerazione tutti gli strumenti per favorire la creazione di valore lungo l’intera catena del valore delle rinnovabili e noi di Magaldi saremmo molto felici di poter dare il nostro contributo tecnologico e di innovazione per il PIL di questi paesi.

Infine, ma non per ultimo, le tecnologie rinnovabili non sono solo appannaggio delle Utilities, cioè tipicamente dei classici produttori di energia, ma stanno diventando sempre più mainstream delle strategie dei grandi player di Oil & Gas. Questo perché oltre a strategie di diversificazione, le grandi major e qui nel Middle East operano Adnoc, Enoc, Saudi Aramco, OQ, solo per citarne alcune, sono convinte che le tecnologie rinnovabili saranno fondamentali per competere nelle nuove filiere dell’idrogeno, dei veicoli elettrici, della petrolchimica pulita. Poter disporre di soluzioni di energy storage convenienti in questo periodo di grandi e diffuse rivoluzioni energetiche è ancora una volta un punto fondamentale di ogni settore.
 

5. E a livello di accettabilità sociale, come si posizionano gli Emirati Arabi Uniti? I nuovi impianti green trovano resistenze a livello territoriale, come ad esempio purtroppo avviene a volte in Italia?

In effetti questa è una contraddizione veramente forte in Italia, gli obiettivi del PNIEC per l’installazione di energia rinnovabile distribuita non saranno mai raggiunti se l’iter per le necessarie autorizzazioni per realizzare o modificare nuovi progetti non sarà modernizzato e deburocratizzato.

Negli Emirati Arabi ed in generale degli altri paesi GCC si realizzano impianti di grandissima taglia sotto la regia degli incumbent locali dell’energia e l’autorizzazione efficiente e preventiva degli Enti Regolatori. Certamente la dislocazione orografica e la ampia disponibilità di terreno semplificano l’insediamento di impianti industriali di questo tipo, tuttavia non esiste una cultura Nimby perché i cittadini sono certi che qualsiasi tecnologia sarà rispondente ai più alti standard di qualità e sicurezza.

Questi fattori sono quindi ulteriori elementi che porterà l’area del GCC a recuperare il gap di rinnovabili rispetto ad aree del mondo che sono partite circa 20 anni fa e probabilmente a continuare a detenere a lungo in termini di efficienza e costo i record mondiali di performance registrati negli ultimi anni.
 

6. Negli Emirati Arabi, quali sono le tecnologie prevalenti nel settore dell’accumulo termico?

Negli UAE ed in GCC esistono pochi prototipi di accumulo termico, realizzati per lo più ad Abu Dhabi da Masdar. Riteniamo che la tecnologia MGTES, in quanto studiata e perfezionata negli ultimi 10 anni e fondata sull’utilizzo di un letto fluido a sabbia, abbia un grande fit con l’ambiente del Middle East e possa rappresentare non solo un elemento prototipale ma diventare lo standard dell’accumulo termico ad alta efficienza e durata.

Presenteremo questa tecnologia durante il Wetex di Dubai e realizzeremo nei mesi successive un roadshow presso le principali aziende energetiche e dell’ Oil & Gas per raccogliere il feedback dei potenziali clienti, che in molti casi vorremmo considerare partner di un cambiamento energetico di dimensioni epocali e su scala mondiale.
 

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