la Repubblica: Un container di sabbia per conservare l'energia di sole e vento, così diventiamo indipendenti dal gas russo

05 May 2022

la Repubblica: Un container di sabbia per conservare l'energia di sole e vento, così diventiamo indipendenti dal gas russo

Donne impresa è Letizia Magaldi, che guida l'omonima startup dedicata alle rinnovabili nata come costola del gruppo salernitano dell'energia. "Non sono d'accordo sul nucleare: servono sette anni per una centrale e ci sono fonti capace di sostituirlo. Basta la volontà di investire".

di Patrizia Capua

Immaginare un mondo dotato di una infinita riserva di energia, realizzata con il sistema degli accumuli. E tra questi una tecnologia tutta made in Italy, l'accumulo termico, alimentato da sole e vento. È una delle vie d'uscita dalla dipendenza dal gas russo nello scenario che somma l'emergenza climatica con il drammatico conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Potrebbe essere l'elemento chiave per puntare a creare un grande serbatoio fatto al 100 per cento di energie rinnovabili da distribuire quando sole e vento non ci sono. Il brevetto è firmato da MGE, Magaldi Green energy, start up fondata da appena sei mesi da Letizia Magaldi, vicepresidente, che ne segue lo sviluppo. "La guerra ha accelerato l'esigenza di questo passaggio. Siamo i primi in Italia".

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MGE è una costola di Magaldi Power, il gruppo di Salerno top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature, guidato da suo padre Mario, il figlio Raffaello e il manager esterno Massimiliano Masi.

MGE è nata per far crescere, produrre e vendere tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia rinnovabile. "Questo nuovo sistema, Green thermal energy storage, è fatto da container d'acciaio che contengono un letto di sabbia fluidizzato portata a 650 gradi, in cui viene immagazzinata l'energia pulita quando è in surplus, che dura per giorni e anche settimane. Ogni modulo, come un'enorme batteria, può conservare fino a 50 Mw termici. La potenza riscalda la sabbia che rilascia vapore o calore per usi industriali. Non solo non inquina, ma favorisce la crescita e la diffusione delle fonti rinnovabili. Il problema di queste fonti oggi è l'intermittenza. Se vogliamo fare a meno di gas, carbone e petrolio, dobbiamo avere un deposito di energia termica da redistribuire nel corso della giornata quando sole e vento non sono disponibili. Questa è la grande sfida per superare le fonti convenzionali di energia". È in fase avanzata di costruzione il primo modulo industriale che sarà presto aperto alle visite delle grandi aziende energetiche internazionali.

La manager, 45 anni, laureata in Giurisprudenza a Salerno e un master in direzione d'impresa alla Bocconi, è entrata in azienda nel 2000, è la prima di tre fratelli, dopo di lei Paolo e Raffaello. Si è occupata all'inizio di risorse umane. "All'epoca non avevo ancora le idee chiare, ho cominciato e mi è piaciuto. Lo studio del diritto mi è servito perché mi aiuta nelle relazioni istituzionali, con indirizzo internazionale. Da sette anni sono passata allo sviluppo di prodotto e alla strategia di mercato. Come direttore generale abbiamo assunto Massimiliano Masi, ex ceo di Edipower e cfo di Edison. Siamo un'azienda familiare ma servivano competenze tecniche e strategiche perché il mercato è globale e molto competitivo".

Il gruppo Magaldi Power impiega duecento persone per la metà laureati in Ingegneria. Esporta il 90 per cento della produzione in 50 paesi, e ha sedi negli Stati Uniti, ad Atlanta, a Città del Messico, negli Emirati, a Dubai, e in India, a Calcutta. Nel 2021 ha registrato ricavi per 40 milioni di euro.

"Il nostro sistema è fatto al cento per cento con materiali disponibili, come acciaio e sabbia. Poi ci sono le terre rare, dette così perché i materiali si trovano soltanto in alcuni paesi: il cobalto in Australia e Congo, il litio in Cina, Corea e Giappone".  Accanto alla sabbia vi sono altre tipologie di accumulo con materiali capaci di incamerare calore, non alternative ma complementari: roccia, cemento, alluminio. L'accumulo può avvenire anche con il sistema elettrochimico e ulteriore risorsa sono i bacini idroelettrici, "ne esistono ma sappiamo bene che non è facile realizzarne di nuovi".

Magaldi Power è considerato tra i leader mondiali nel settore dei nastri trasportatori di materiali ad alta temperatura, a più di mille gradi, in funzione 24 ore su 24 e per 365 giorni all'anno. "Da questa competenza è nato il nostro thermal energy storage, che è diverso ma ha lo stesso cuore". Nel settore industriale viene utilizzato ancora oggi il nastro trasportatore costruito con pelle di bufala a listelle di cuoio unite da rivetti, molto resistente, la cosiddetta 'supercinghia'. Un 'pezzo' storico della Magaldi e della sua spiccata tradizione impiantistica, nata nel 1929 a Buccino, zona industriale del Salernitano dove è attualmente lo stabilimento produttivo, con il fondatore Paolo, il nonno, perito chimico, che aveva inventato anche un gassogeno ad acetilene per illuminare le città. Negli ultimi 30 anni la società ha costruito apparecchiature per ridurre l'impatto ambientale delle centrali a carbone in circa 250 impianti nel mondo, compresi Australia, Messico e India. Nastri che recuperano nella parte finale delle caldaie le ceneri dopo la combustione, senza utilizzare l'acqua. "Le nostre macchine brevettate permettono il raffreddamento a secco, e questo ha comportato l'eliminazione dell'inquinamento dell'acqua quando si mischia alle ceneri. In più queste, una volta fredde vengono riutilizzate come additivo del cemento. Come materiale di scarto i fanghi prima venivano portati in discariche o addirittura gettati in mari e fiumi".

La start up guidata dall'imprenditrice si muoverà in base a precise coordinate. "Terna prevede per il 2030 ulteriori nove GW di accumulo pari a novemila MW. Sono una cifra immensa, come dieci centrali a ciclo combinato. L'Italia da oggi deve mettersi al lavoro per realizzare questo obiettivo e nel mix di aziende ci siamo anche noi". Per questo si è affiancata alle università di Napoli e di Roma e al Cnr. "Abbiamo quindici ingegneri, tra cui una donna, interamente dedicati a questo progetto. Mio padre ci ha creduto, l'ho aiutato a mettere insieme la squadra, ho definito il piano strategico. Il prodotto è interessante e spero che si affermi. Bisogna correre perché i competitor si stanno affacciando. Ma c'è spazio per tutti".

Il gruppo salernitano ha sempre sviluppato un vantaggio competitivo grazie all'innovazione, con quasi 50 brevetti per sistemi unici, molto performanti, utilizzati in fonderie, cementifici, termovalorizzatori. "Abbiamo venduto in Svizzera dove dalle ceneri secche degli inceneritori si riescono a separare e recuperare i metalli: alluminio, ferro, anche oro. Le ceneri ancora incandescenti contengono energia, calore, una grande risorsa. Si parla di ritorno al nucleare. Non sono assolutamente d'accordo. A parte il fatto che per costruire una centrale nucleare occorrono almeno sette anni, esistono fonti capaci di sostituirle. In dieci, quindici anni si può arrivare a un monte di energia al 100 per cento rinnovabile, in Italia oggi siamo al 40 per cento, e a quel punto oligopoli e monopoli sulle rinnovabili non ce ne saranno più. Ci vuole la volontà di investire. Sole e vento costano poco, sono fonti sicure e accessibili".

Nel quadro dell'accumulo termico Magaldi ha sviluppato anche la tecnologia del solare a concentrazione. Si tratta sempre di container con letto di sabbia, ma anziché dalla rete assorbe energia dagli specchi. "La stiamo diffondendo nel mondo ma è più di nicchia perché ha bisogno di molto sole e grandi spazi. Forniamo solare a concentrazione con il fotovoltaico in America Latina, Nord America, Messico e paesi del Golfo".

Non inquinano ma modificano, a volte stravolgono il paesaggio le foreste di pale d'acciaio dell'eolico e assediano pezzi di territorio. "Sono sensibile a questi temi ma dobbiamo essere disponibili ad accettare qualche modifica di quanto ci sta intorno per non dover dipendere dalle forniture di paesi non sicuri, vere e proprie dittature".

Come vice presidente del Museo Madre di Napoli, la prima nomina nel 2018, Magaldi coltiva la sua passione per l'arte e la cultura molto vicine oggi al mondo dell'industria e al digitale, e approfondisce il rapporto con gli artisti anche attivisti sul tema della libertà di pensiero in paesi dove questa libertà è impedita come Russia, Turchia, Cina.

Sul fronte dell'organizzazione industriale poi Letizia Magaldi è da un anno e mezzo presidente dell'Associazione economica del Messico in Italia, fondata dall'ambasciatore messicano Carlo Garcia De Alba. "L'obiettivo è creare la Camera di commercio Italia-Messico. Il paese è il nostro primo partner dell'America Latina e conta 1800 aziende made in Italy del settore manifatturiero, automotive, tessile e del food. Hanno già aderito 35 marchi italiani tra cui Leonardo, Ferrero, Campari, Fiorucci salumi, il gruppo Elica e 40 esteri".

Sposata con Flavio Andreoli, ingegnere romano che si occupa di produzione di energia idroelettrica, la manager ha due figli di sei e otto anni, Emma e Paolo. La sua casa è a Roma. "Non ci sono i nonni e non ho potuto contare sul loro supporto. Ma i bambini sono tranquilli, vanno benissimo a scuola. Ho cercato sempre di lavorare sulla mia professionalità e conseguire risultati, fare ciò per cui ci si sente portati avvicina alla felicità. Se ci riesco è anche grazie a degli ottimi collaboratori, molte donne. Gli stereotipi si incontrano ogni giorno ma la nostra è un'azienda che vive sul merito, tende a valorizzare chi aggiunge contributi. Penso di riuscire a costruire un network ampio di stakeholder, per creare un ecosistema che riconduce al business anche attraverso altre strade e con benefici per il sociale".

Attività sportiva quasi zero, "non è una mia priorità, eccetto l'estate alle Eolie, siamo velisti". Il fine settimana è dedicato ai figli. "Ho viaggiato molto per lavoro prima del Covid, spero di riprendere a farlo. La televisione non esiste nella mia vita, la sera leggo. Mi è piaciuta la storia di Trotula di Ruggiero, prima medica d'Europa, salernitana, vissuta intorno all'anno Mille. Ho letto un po' di saggistica con 'Open diplomacy' di Marco Alberti, edita da Rubbettino e al cinema mi sono goduta 'Qui rido io', il film di Mario Martone. Vivo quotidianamente alla ricerca del nuovo, della perfezione. La tensione per me è continua. In questo momento però sono serena perché abbiamo investito in prodotti sfidanti".

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